Sarà A pugni chiusi l’evento di apertura della 35° edizione di Valdarno Cinema Fedic, il documentario su Lou Castel, l’attore di origini svedesi lanciato da Marco Bellocchio in “I pugni in tasca” (1965).
Nel corso della sua carriera ha lavorato ancora con il regista in “Nel nome del padre” (1972) e “Gli occhi, la bocca” (1982) e ha collaborato, tra gli altri, con Rainer Werner Fassbinder (Attenzione alla puttana santa, 1972), Wim Wenders (La lettera scarlatta, 1973; L’amico americano, 1977), Liliana Cavani (Galileo, 1969), Mario Monicelli (Caro Michele, 1976), Damiano Damiani (Quién sabe?, 1966), Carlo Lizzani (Requiescant, 1967), Claude Chabrol (Sterminate “Gruppo Zero”, 1974), Olivier Assayas (Irma Vep, 1996), Bertrand Bonello (Tiresia, 2003) Salvatore Samperi (Grazie zia, 1968), Umberto Lenzi (Orgasmo, 1969), Romano Scavolini (La prova generale, 1968), Paolo Pietrangeli (Porci con le ali, 1977), Raúl Ruiz (L’isola del tesoro, 1985; Tre vite e una sola morte, 1996), Ettore Scola (Che ora è?, 1989), John Frankenheimer (L’anno del terrore, 1991), Silvano Agosti (Uova di garofano, 1992) e Tonino De Bernardi (Appassionate, 1999).
A pugni chiusi, presentato al 34° Torino Film Festival nella sezione Italiana.doc, ripercorre la sua parabola artistica ed esistenziale. Un vissuto «intrappolato» tra due personaggi diretti da Marco Bellocchio: l’Alessandro di I pugni in tasca e il Giovanni di Gli occhi, la bocca. Attraversando una Roma sospesa tra archeologia postindustriale e relitti pasoliniani, si apre a un lungo flusso di (in)coscienza sul suo ruolo di attore e, al tempo stesso, di militante politico.
Assieme all’attore saranno presenti il regista Pierpaolo De Sanctis e il cosceneggiatore Alessandro Aniballi.